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NOVELLE RUMENE | 13 |
mento con vetriolo... ma le minacce! La minaccia è più pesante per un’anima paurosa che il colpo stesso. Ciò che travaglia in questo momento Leiba, più del brivido della febbre, è una minaccia.
«A! goi 1 miserabile!» pensa egli sospirando. Il miserabile è compare Giorgio, — dove sarà ora? — un uomo con cui Zibal ha avuto una disputa molto spiacevole.
Giorgio venne all’osteria, un mattino d’autunno, stanco di aver troppo camminato; usciva dall’ospedale, diceva egli, e cercava lavoro. L’oste lo prese al suo servizio; ma Giorgio si dimostrò troppo brutale, troppo ringhioso... insultava sempre e brontolava solitario nel cortile. Era un cattivo servitore, pigro e sfacciato... e rubava.
Un giorno che la moglie, incinta, lo sgridò con ragione, egli la minacciò di colpirla nel ventre... un’altra volta aizzò un cane contro il piccolo Strul.
Leiba gli regolò subito il conto e lo licenziò. Ma Giorgio non voleva andarsene, pretendendo violentemente ch’egli si era impegnato per un anno. Allora
- ↑ goi: pagano, infedele.