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12 | I. L. CARAGIALE |
rile, sotto la sorveglianza del ragazzo Zibal. Alla divisione della ricompensa scoppiò tra loro una disputa. Uno di loro afferrò un pezzo di legno che si trovava a sua portata e colpì alla fronte il suo compagno, che cadde a terra stordito e insanguinato.
Il ragazzo, vedendo l’atto feroce, gettò un grido, ma il miserabile si precipitò per uscire fuori dal cortile e passando vicino al ragazzo alzò la mano su di lui. Zibal svenne di paura. Dopo una malattia di qualche mese, quando ritornò dal padrone, il suo posto era occupato. Allora cominciò la lotta amara per la vita che diventò più difficile e dura dopo il suo matrimonio con Sura... Ma la pazienza stanca la cattiva sorte. Il fratello di Sura, oste a Podeni, era morto, e l’osteria era rimasta a Zibal che continuò il negozio per conto suo.
Egli si trova qui da cinque anni. Si è fatto un capitaluccio discreto in denaro e vini buoni, una merce che vale sempre. Dalla povertà è ora salvo Leiba, ma sono tutti ammalati: lui, sua moglie e il bambino — la febbre di palude.
... E gli uomini sono cattivi e provocatori a Podeni... Dispute, beffe... insulti... accuse di avvelena-