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NOVELLE ROMENE | 107 |
Sembra che avessimo cercato per molto tempo i fiammiferi, perchè il vetro della lampada era già freddo. L’accendemmo di nuovo.
Eccellente pasto! pane fresco, anitra con cavoli al forno, salsicce di porchetto e un vino! e caffè turco! e risate e chiacchiere... bravissima signora Marghioala!
Bevuto il caffè, disse alla donna:
— Va a dire che ci portino un mezzo litro di moscato... — Straordinario moscato! Fui preso da una specie di intirizzimento alle articolazioni; mi sdraiai sul letto, per fumare una sigaretta e bere le ultime gocce color di avorio, e guardavo attraverso il fumo di tabacco la signora Marghioala, che era seduta davanti a me, occupata a farmi delle sigarette.
— Per Dio, signora Marghioala, che occhi terribili avete!... Sapete che cosa?
— Che cosa?
— Se non v’incomodo... vorrei un altro caffè; ma... non tanto dolce.
E risate!... Quando venne la donna col caffè, disse:
— Signora, loro stanno a discorrere qui... non sanno che cosa succede fuori...