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II INTRODUZIONE


e novelle — rispecchia la forte anomalia tra il livello intellettuale delle moltitudini e le nuove istituzioni politiche e amministrative create dallo Statuto importato dall’Occidente. Calpestato per più di un secolo dalla tirannia dei principi fanarioti, cioè greci istruiti ed educati nel corrotto quartiere Fanar di Costantinopoli, come pure dalla tirannide russa, il popolo romeno dei principati danubiani era risorto a vita politica novella, di fronte alla quale esso si trovò impreparato. La smania di assimilare la cultura occidentale aveva creato un conflitto molto accentuato tra le forme occidentali e il fondo ancora orientale delle masse delle città, perché, mentre la classe più elevata della società aveva subito il processo di adattamento ai nuovi elementi culturali, i villaggi erano rimasti lontani da quel conflitto. Non tutti gli uomini politici erano preparati al passaggio violento dall’assolutismo al liberalismo e perciò diventarono demagoghi; le istituzioni aventi un nome occidentale erano di fatto come inesistenti e tutta la vita sociale risenti di questo conflitto che creò il ridicolo.

Il Caragiale descrisse con tutta la forza del suo genio creatore questa crisi sociale e psicologica, questa fase di transizione del popolo romeno. Nelle sue diverse qualità di impiegato, di giornalista ecc. ma specialmente come albergatore ebbe la possibilità di osservare, di ascoltare e di studiare gli avventori che discutevano la situazione politica, interpetravano le nuove correnti di idee, liberali e repubblicane, adoperando un ricco dizionario di vocaboli mal compresi. Nelle commedie: Una notte tempestosa; Il si-