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fata fiore 93

— Senti: verrà un giorno che vorresti esser tu la zoppina! —

E la vecchia morì.

Rimaste sole sole, la sorella maggiore si tenne per padrona addirittura. Se la nonna le avesse raccomandato di far peggio di prima, quella cattiva ragazza non avrebbe potuto far peggio. La povera zoppina piangeva giorno e notte.

Colei sfoggiava abiti di seta, e collane, e anelli, e orecchini di brillanti; la zoppina, doveva indossare un vestituccio di stoffa scadente, scuro, sbricio sbricio, quasi da monachina. E tutti i giorni:

— Zoppina! Zoppinaccia! Zoppina del diavolo! —

La poverina faceva la volontà, di Dio, come le aveva detto la nonna; ma la notte, nella sua misera cameretta, si metteva a piangere, zitta zitta; e pregava:

— Nonnina mia, nonnina mia, pensateci voi per me! —

Una mattina, nel far le scale per andare a comprare il latte, scòrse su uno scalino qualcosa che non distingueva bene che fosse. Si chinò, lo raccolse, e vide ch’era un fiorellino tutto scalpicciato e sgualcito; un fiorellino