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82 | il raccontafiabe |
O che fu? Un tocca e sana? Il vocione del Re aveva calato di metà.
Va’ a trattenere re Tuono! Si buttò sulle pasticche come un galletto al becchime; e mangia, mangia, mangia... le inghiottiva mal masticate, col pericolo di strozzarsi... mangia, mangia, mangia... le finì tutte in pochi istanti.
Parlò, e il suo vocione parve sparito sottoterra. Re Tuono non era più re Tuono, con quella vocina così fievole che si poteva udire a mala pena. Per capirne le parole, bisognava accostargli l’orecchio alle labbra, e farvi coppo attorno con le mani.
— Meglio così! —
Dalla contentezza, il Re ordinò che si facessero grandi feste per tutto il regno, con giuochi, cuccagne e fontane di vino schietto.
— Che cosa vuoi? — disse a quell’uomo. — Chiedi e avrai.
— Colazione, pranzo e cena tutti i giorni, e nel palazzo reale una stanza dove non deve entrare neppure il Re.
— Così poco? Ti sia concesso! —
Avendo ora la vocina flebile flebile, il Re s’infastidiva di sentir parlare fin con la voce ordinaria.