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re tuono 81

Re Tuono, trattandosi di voce, la prese per un’offesa alla sua reale maestà; e diè ordine di arrestare quell’impertinente e condurglielo dinanzi.

— Che intendi dire con cotesto tuo: «Chi l’ha, la perde e chi non l’ha non l’acquista?»

— La verità, Sacra Corona. Provi e vedrà. —

Il Re lo guardava fisso. Dal vestito, colui pareva un uomo; ma le fattezze del volto erano così belle e gentili, che si sarebbe detto una donna, se non avesse avuto i capelli corti.

— Chi sei? Come ti chiami?

— Mi chiamano il Senza‐lingua. Ma Sua Maestà vede bene che il nome è sbagliato; la ho e un po’ lunghetta, anzi... Il mio mestiere richiede così. —

E in prova, senza badare che si trovava nel palazzo reale e alla presenza del Re, riprese a strillare scherzosamente, come in piazza:

— Pasticche per la voce! Pasticche per la voce! Chi l’ha, la perde; e chi non l’ha non l’acquista! Pasticche! Pasticche! —

Il Re, diventato di buon umore, si mise a ridere.

— Da qua; voglio provare. —

Ne prese una e la mise in bocca.