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gno dove il bando non fosse conosciuto. E quei tuoni della voce del Re erano stati così forti, che per un paio di settimane piovve a dirotto, quasi avesse tonato davvero. Intanto i mesi passavano, uno dietro all’altro, e nessun Mago si presentava.

Il povero Re Tuono cominciava già a disperare, quando una mattina vennero ad annunziargli l’arrivo di un famoso Mago, venuto da lontani paesi; diceva di conoscere il segreto della malattia del Re e la ricetta per guarirlo.

Alla vista di quel Mago, così grasso e grosso che pareva una botte, il Re si grattò il capo, pensando:

— Ce ne vorrà dell’oro per costui! —

Ma si strinse nelle spalle, pronto a qualunque sacrifizio. Avrebbe dato fin la camicia che aveva indosso, pur di guarire.

— Maestà — disse il Mago. — Il vostro male proviene da un capello incantato. —

Il Re si rallegrò interamente. Gua’! Si sarebbe fatto radere la testa e sarebbe finita. Il Mago doveva contentarsi d’una bella mancia; ora che s’era lasciato scappar di bocca il suo segreto.

— Solamente, — riprese colui — bisogna