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re tuono | 73 |
Figuratevi che tuoni, con quell’alzata di voce! Il palazzo reale ne tremava.
— Bene, Maestà! Benissimo, Maestà!
E stavano bene davvero, perché erano già mezz’assorditi.
Il Re intanto credeva che gli affari del suo regno procedessero proprio a meraviglia. Nessuno gli chiedeva mai un’udienza; nessuno veniva mai a fargli un reclamo. Sfido io! Ognuno aveva paura, e preferiva ogni altro guaio a quello di restar sordo per tutta la vita.
Un giorno si presentò al palazzo reale un contadino:
— Voglio parlare al Re. —
Il Re, stupito di questa novità, ordinò subito:
— Fatelo entrare. —
Squadrando quel vecchietto mal vestito, che faceva cosa tanto insolita, il Re s’accorse ch’egli aveva due tappi di sughero negli orecchi.
— Che significano quei tappi?
— Maestà, ho i gattoni. —
O che tutti i suoi sudditi pativano di gattoni? Insospettito, disse:
— Non me la dài a bere, contadinaccio! Che significano quei tappi? Parla, o ti fo mozzare la testa. —