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diventati sordi, non udivano più neppure lui, ci s’arrabbiava, e li mandava via a calci, facendoli ruzzolare per le scale del palazzo reale.

Nei primi giorni, coi nuovi Ministri le cose andavano benino. Parlando con loro però, il Re s’accorgeva ch’essi, di tanto in tanto, portavano le mani, agli orecchi per tapparseli.

— Che è mai? — domandava. — Strillo forse come un maleducato, come un carrettiere?

— No, Maestà — rispondevano impauriti. — Soffriamo di gattoni. —

I nuovi Ministri soffrivano sempre di gattoni per iscusa. Il Re non si capacitava di questa malattia così comune a tutti i suoi nuovi Ministri. E, alla fine, aveva pensato di rimediare, dandoli anticipatamente in cura ai medici di palazzo. I medici li martoriavano di cataplasmi, ventose, salassi e altri malanni; e coloro, per l’ambizione di salire alto e avere le mani in pasta, sopportavano zitti ogni tormento.

Il Re andava a visitarli, e alzando la voce pel dubbio che quella malattia degli orecchi non li facesse sentire bene, domandava:

— Come state? Come state? —