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vecchio, il Reuccio si credette burlato. Pure, per curiosità, gli domandò:

— Siete voi il padre di Caterina?

— Sono io.

— Io sono il Reuccio di Francia e voglio sposarla.

— Reuccio, non sta bene farsi beffa d’un povero vecchio! Mia figlia è perduta e non so dove sia. La cerco invano da tant’anni.

— Che commedia è questa! — esclamò il Reuccio, sdegnato.

Entrò Caterina:

— Dite, buon vecchio: dopo tant’anni come riconoscereste la figliuola?

— Ha tre nèi sotto la nuca.

— Come questi qui? —

E si chinò per farglieli vedere.

— Ah! Figliuola mia! Figliuola mia! —

Si gettarono, piangendo, l’uno tra le braccia dell’altra. Il Reuccio, tutto contento, disse al vecchio:

— Ora manca soltanto il vostro consenso.

— E sposereste la figliuola d’un calzolaio? —

Il Reuccio stupì! La zingara aveva predetto il vero.

La giovane però era così bella che non c’era Reginotta al mondo da starle a paro.