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la mammadraga 63

La lupa invece ridivenne donna, e la bambina, lupa com’era, riconobbe in lei la matrigna.

— Scellerata, che m’hai fatto! Ora la Mammadraga mi mangerà! —

E andò a rannicchiarsi nell’angolo più oscuro della grotta.

Venne la Mammadraga:

— Lupa, e questi lupacchiotti?

— Sono miei figli; li ho partoriti stanotte.

— E i bambini?

— Se li è divorati quella lì. —

La Mammadraga si slanciò addosso alla donna e ne fece quattro bocconi. Intanto lupa e lupacchiotti stavano per scappar via. Si udì un urlo:

— È carne avvelenata! Muoio! Muoio! —

Si voltarono e videro la Mammadraga che si rotolava per terra e dava gli ultimi tratti.

— Anellino, aiutaci tu! —

Ridiventati bambini, si presero allegramente per le mani e fecero un ballo attorno la Mammadraga morta, saltando e cantando:

Qua finisce ogni dolore!
Chi ci campa non ci muore.
Chi c’è morto, torni in vita.
Mammadraga l’è finita!