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la mammadraga | 61 |
— Anellino, vogliamo dei dolci! Aiutaci tu! —
E avevano dolci d’ogni sorta.
Ora che erano avvisati, appena entrava la Mammadraga, si prendevano per la mano e si afferravano ai panni della bambina.
— Scellerata, sei tu! Vuoi farmi morire di fame! —
E la Mammadraga andava via, con la spuma alla bocca, minacciando.
Scappare però non potevano. Una mattina, la Mammadraga tornò alla sua spelonca, seguita da una lupa e la mise di guardia all’uscio della grotta dov’erano chiusi i bambini.
Era la matrigna di Caterina. La lupa la riconobbe, e disse alla Mammadraga:
— Volete l’anellino? Lasciate fare a me! —
Caterina, che ignorava quella trasformazione, veniva spesso davanti l’uscio a pregarla:
— Lupa, lupetta, lasciaci scappare!
— Che mi dài?
— Una bella tana e pecore e polli per pasto.
— Me li procuro da me.
— Lupa, lupetta, lasciaci scappare!
— Che mi dà!?
— Quel che tu vuoi.