Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
la mammadraga | 55 |
E trattenne il fiato. Quella forma nera nera le si aggirava dattorno fiutando:
— La sento e non la trovo! Uh! Uh! —
Frugava rabbiosamente tra le macchie e le erbe, e tornava a fiutare. Una volta la bambina si sentì quel fiato grosso proprio su la faccia, e le si gelò il sangue per la paura.
— Anellino, aiutami tu!
— La sento e non la trovo! È andata via; ha lasciato qui l’odore soltanto. —
E il calpestìo si allontanò tra le macchie e gli alberi folti.
Fatto giorno, la bambina si rimise in cammino.
— Ho fame, anellino; aiutami tu! —
Guarda davanti a sè e scorge su l’erba una fetta di pane e un po’ di cacio. Mangia, beve a una fonte e seguita a camminare. Cammina, cammina, cammina, escì finalmente fuori dal bosco e si sentì allargare il cuore.
La campagna era tutta verde; fiori di qua, fiori di là al due lati della strada, e in fondo una villa in cima a una collinetta, che pareva un giardino.
Fatti pochi passi, vede sopra un albero un grand’uccello con le piume di mille colori.