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54 | il raccontafiabe |
— Tienlo sempre in dito; sarà la tua fortuna. Quando ti trovi in qualche pericolo, di’: «Anellino, aiutami tu!» Ti aiuterà. —
La vecchia era una Fata, e l’anellino era fatato.
Poco dopo sopraggiunse la matrigna. La Fata le buttò addosso il catino d’acqua e la cambiò in lupa. Cammina, cammina, cammina, la povera bambina si smarrì in mezzo a un bosco. Cominciava a farsi buio, e non si vedeva faccia di cristiano.
Dattorno, si sentivano intanto gli urli delle bestie feroci.
— Ora mi mangiano viva! —
La poverina piangeva, col viso tra le mani, seduta per terra.
Tutt’a un tratto, ecco un calpestìo tra le macchie lì accosto, e un fiuto forte forte:
— Uh! Uh! Uh! Oh, che buon odore! Uh! Uh! Uh! Oh, che buon Odore di carne umana!. —
Nel buio s’intravvedeva una forma di persona che andava fiutando forte forte tra le erbe e le macchie:
— Oh, che buon odore! Uh! Uh! —
La poverina, le si accapponava la pelle. Si rannicchiò, dicendo sottovoce:
— Anellino, aiutami tu! —