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38 | il raccontafiabe |
Trih! Trih! E ora non c’era verso di ammazzare il grillo; bisognava prima ammazzare lei.
Nove mesi dopo, la donna partorì e fece un bel bambino, il quale, appena nato, invece di piangere, si mise a trillare quasi fosse stato un grillo davvero.
— Che nome gli daremo?
— Il nome lo porta con sè; chiamiamolo: Grillo. —
Grillino, sin dai primi mesi, fu la disperazione della sua mamma. Saltava dalla culla, dal letto, dalle braccia di lei come un grillo a dirittura.
— Grillino, ti farai male! Ti accadrà qualche disgrazia. —
E Grillino:
— Trih! Trih! Trih! —
Non sapeva ancora parlare, e rispondeva a quel modo.
Quando crebbe fu peggio. Per un nonnulla picchiava i ragazzi che facevano il chiasso con lui, e poi spiccava un salto sul tetto d’una casa, in cima a un albero, dove nessuno poteva raggiungerlo. E di lassù canzonava i compagni:
— Trih! Trih! Trih! —
Era il suo verso.
Suo padre scoteva la testa a queste, prodezze: