Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
28 | il raccontafiabe |
Il Reuccio ringraziò, si mise in tasca il fischietto, rimontò a cavallo e proseguì il viaggio. Pensava alla Reginotta:
— Se avessi chi potesse scovarla! —
E tratto di tasca il fischietto, mezzo incredulo, gridò:
— Aquila, aquila messaggiera, ai miei comandi! —
Fischia, ed ecco l’aquila che scende dall’alto con le grandi ali tese.
— Aquila messaggiera, va’ attorno e recami notizie della mia Reginotta; t’attendo qui. —
L’aquila ripartì subito, e per due giorni non si fece vedere.
Al terzo giorno, ricomparve con una lettera al becco.
La Reginotta scriveva:
— Sono prigioniera nel palazzo di sale e pepe d’una Fata, dove non può entrare anima viva. —
Il Reuccio rammentò allora le parole della vecchia che gli erano state riferite:
— Tu col vento ci verrai, |
— Va bene — pensò. —