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l'asino del gessaio | 273 |
— Maestà, ora tocca a voi. Dovete, a forza di braccia, strappargli quel moncherino. —
Il Re si rimbocca le maniche, afferra con le due mani il moncherino, e tira, e tira, e tira; ma non c’era verso. Sudava, sbuffava, non ne poteva più.
— Forza, Maestà! —
Tira, tira, tira; non c’era verso.
— Forza, Maestà! —
La Reginotta, i Ministri, tutti i cortigiani che stavano attorno, vedendo gli sforzi del Re, si sforzavano anche loro quasi avessero tutti in mano un moncherino di coda; e gridavano:
— Forza, Maestà! —
Il Reuccio, volendo gridare insieme con gli altri: Forza, Maestà! si mise invece a ragliare:
— Aah! Aah! Aah! —
Il moncherino si strappa, e il Re, con esso in mano, batte la schiena per terra.
— Grazie, Maestà! —
Il Reuccio parlava; l’incanto era finito.
E Finisce pure la fiaba. |