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paura che non ci vedevano dagli occhi; fuggivano, lasciandosi scannare come pecore; e l’asino, salta di qua, balza di là, a furia di calci ne ammazzò più di migliaia.

— Avanti, focoso!. Soldati, avanti! —

Insomma fu un massacro, e ci lasciò la vita anche il Re che aveva intimato la guerra.

— E l’asino, gessaio?

— Maestà, il povero asino è morto in battaglia.

— Tanto meglio! — esclamò la Reginotta, che non le pareva vero.

— Fatelo scorticare, e portatemene la pelle. —

All’ordine del Re, partono gli scorticatori e trovano l’asino in mezzo ai morti, con le gambe all’aria,

Cominciarono dallo scorticare le gambe davanti, ed ecco che sotto la pelle compariscono due piedi umani, che muovevano le dita quasi volessero sgranchirli.

Scappano atterriti:

— Maestà, dentro la pelle di quell’asino c’è un uomo vivo. Non abbiamo il coraggio di scorticarlo. —

Accorse, il Re, seguito dal Ministri e da tutti i cortigiani; e visto quei piedi di uomo,