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238 | il raccontafiabe |
La ragazza, senza scomporsi, andò di là, prese l’ago datole dalla signora e, inginocchiatasi, cominciò umilmente il rammendo del manto della Regina.
La Regina, vedendola così rassegnata, diventò una vipera:
— Non sapete dare nemmeno un punto! —
E le strappò di mano il manto reale.
— Infatti, — rispose la ragazza — non ho mai dato un punto in vita mia. —
L’ago intanto era rimasto attaccato alla stoffa, e durante la cerimonia degli sponsali la Regina si sentiva cucire, cucire tutti i panni addosso, senza sapersi spiegare che diamine di lavoro fosse quello. Era così ravviluppata, che non poteva muovere le gambe.
E l’ago cuciva, cuciva, cuciva; e quando non ebbe più niente da cucire nei panni, cominciò a cucire questi alle carni della Regina.
Figuratevi i suoi strilli! Tentava di strapparsi le vesti ma la cucitura era così forte, che ci voleva ben altro per disfarla!
E l’ago cuciva, cuciva, cuciva; e la Regina strillava come una pazza, sentendosi trapassare le carni da quella punta aguzza che non ristava un momento. Braccia, spalle, gambe, l’ago cuciva ogni cosa, cuciva, cuciva,