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l'ago | 237 |
— Che dice?
— Manina, manina,
Non è mano di Regina.
Per toccare e sanare
Di Regina diventare. —
Era chiaro: se il Reuccio voleva ricuperare la vista, doveva sposare quella ragazza.
La Regina si sdegnò:
— Sposare la figlia d’un sarto! —
Ma il Re, che voleva molto bene al figliuolo, non se lo fece dire due volte. — Siano mani di Reginotta; parola di Re!
E gli occhi del Reuccio, toccati dalle mani della ragazza, tornarono a un tratto quali erano una volta, anzi più vivaci e più splendenti.
Naturalmente il sarto fu cavato di prigione, e si cominciarono subito i preparativi delle nozze del Reuccio.
La ragazza, vestita con gli abiti da Reginotta, pareva davvero un sole.
La Regina non sapeva darsene pace, e le faceva ogni giorno mille dispetti. La mattina stessa delle nozze, per avvilirla al cospetto di tutta la corte, le disse:
— Reginotta, ho uno strappo nel manto reale; nessuno può rammendarlo meglio di voi. —