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— Rattoppatemi questa qui. Vi pago avanti; ecco uno scudo. Verrò a riprenderla domani.

Il sarto, vedendosi in mano quello scudo, che arrivava a proposito, non ebbe animo di rispondergli: — A cucire non ci vedo più. — Rimase lì col naso all’aria, stupito della buona fortuna.

Andò subito a fare un po’ di spesa, e poi si mise a cuocere la minestra, rimuginando le parole dello sconosciuto: Verrò a riprenderla domani.

— Figliuola mia, e come faremo domani?

— Da qui a domani c’è ventiquattr’ore. —

Finito di desinare, la ragazza guarda per caso la giacca e dà un grido di sorpresa: la giacca era già bell’e rattoppata, e così bene, che pareva quasi nuova. In una manica c’era appuntato un ago.

— È l’ago della signora! —

Infatti l’ago non era più al posto dove la signora lo aveva messo.

— Zitta, figliuola; quest’ago è la nostra fortuna. —

Il padrone della giacca venne a riprenderla, e rimase contentissimo del lavoro. Chiunque vedeva quella raccomodatura, restava meravigliato.