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il gattino di gesso 205

la Reginotta chiusa col catenaccio dentro la grotta.

— Ah, gattino mio! Che mala sorte c’è toccata! —

E i suoi occhi eran due fiumi di lagrime. Il gattino, zitto.

Sul far dell’alba, i ladri tornarono carichi di preda; argento, oro, pietre preziose, e la corona e il manto reale.

— A te questo! A te quello! A te questa moneta, perchè ci hai preparato un buon desinare!

Tutt’a un tratto, ecco il gattino:

— Meo! Meo! Meo! —

I ladri si spaventarono. La Reginotta non gli aveva mai detto che il gattino di gesso miagolava.

— Tradimento! Tradimento! —

E sfoderarono i pugnali. Si sentì un botto. Il gattino di gesso era crepato, facendo schizzare i pezzi da tutte le parti, e ne era uscito fuori un bel giovane, armato di tutto punto, che cominciò a menar colpi di spada a dritta e a manca. In pochi minuti, tutti i ladri giacevano morti per terra, fra pozze di sangue.

La Reginotta rimaneva in un canto, atterrita. Non osava accostarsi anche perchè vedeva