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204 | il raccontafiabe |
la Reginotta chiusa col catenaccio dentro la grotta.
— Ah, gattino mio! Che mala sorte c’è toccata!
Sul far dell’alba, i ladri tornavano carichi di preda; argento, oro, pietre preziose. E il capo faceva le parti.
— A te questo! A te quello! A te questa moneta, perchè ci hai preparato un buon desinare! —
Ma non era la moneta che la Reginotta cercava. Infatti il gattino stava zitto.
— Ah, gattino mio! Che mala sorte c’è toccata!
Intanto alla Reginotta erano cresciuti i capelli, e non sapeva più come nasconderli. Il capo dei ladri se n’accorse:
— Chi sei? Tu sei una donna! —
La povera Reginotta si sentì morire; e piangendo, disse:
— Sono la figlia del Re.
— Allora ti prendo per moglie. Sono Re anch’io; Re dei ladri! Ci sposeremo domani. Giusto la notte che viene andiamo a rubare in casa del Re. Ruberemo la corona e il manto reale. —
La sera i ladri andarono via e lasciarono