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il gattino di gesso | 203 |
Vide una grotta con una porta; si fece coraggio e picchiò:
— Buona gente, aprite; ho smarrita la strada. —
Non rispondeva nessuno.
— Buona gente, aprite; ho smarrita la strada. —
Comparvero due visacci barbuti:
— Mal per te! Chi sei? Che vieni a fare in queste parti?
— Sono un figurinaio. Vendo questo gattino.
— Quanto ne chiedi?
— Una moneta d’oro.
— Noi lo prendiamo per nulla. —
E volevano strapparglielo. La povera Reginotta era capitata in un covo di ladri. Sentendo il diverbio, n’erano usciti fuori una dozzina, minacciosi, con i pugnali in mano. La Reginotta si vide perduta:
— Non mi fate male; ve lo do!
— Tu resterai con noi; farai da servo. —
Con quella gentaccia non c’era da rispondere. Per non separarsi dal gattino, la Reginotta disse:
— Farò da servo. —
La sera i ladri andavano via e lasciavano