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il gattino di gesso | 197 |
Il figurinaio non fu potuto trovare; era andato in un’altra città.
La notte seguente, a mezzanotte appunto, il gattino ricomincia.
Il Re uscì fuori dei gangheri; corse in camera della Reginotta, afferrò il gattino, aperse la finestra e lo buttò nella via.
La Reginotta si mise a piangere:
— Povero gattino mio! —
Di lì a pochi minuti, dietro l’impòsta si sente:
— Meo! Meo! Meo! —
E un zampino picchiava ai vetri e grattava con le ugne.
La Reginotta aperse e trovò il gattino di gesso sul davanzale; crollava la testa e pareva dicesse: Grazie! grazie!
— Sta’ zitto, gattino; se no, il Re ti fa in pezzi.
— Meo! Meo!
— Gattino, mi vuoi bene? —
E il gattino rispondeva di sì.
— Gattino, vuoi la gattina? —
E il gattino rispondeva di sì.
— Gattino, ci sposiamo?
— Meo! Meo! Meo! —
E per quella notte non gridò più.