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E prima che il Re, sbalordito, possa dirgli una parola, egli si mette a suonare e a cantare:
— Chi la vuol cotta, chi la vuol cruda;
Non tutti gli uomini hanno la coda!
Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta,
Ora mi spetta la Reginotta.
Se non son Reuccio, sono Principe, e posso imparentarmi col Re. E vi farò vedere che prodezze può far fare la coda. —
Al Re non parve vero. Lo mise a capo dell’esercito, e fu un taglia, taglia. Con la coda all’aria, e la chitarra afferrata a due mani pel manico — non volle altr’arma — il barbiere, cioè il Principe, fece prodezze da non dirsi. I tre Re scapparono a precipizio, lasciando mezz’esercito morto sul campo.
E quando l’esercito vittorioso fece ritorno, a capo d’esso c’era il barbiere, cioè il Principe, con la coda all’aria e la chitarra al fianco, che andava sonando e cantando:
— Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta,
Ora mi spetta la Reginotta. —
Alla Reginotta però quell’uomo con la coda non andava; le faceva schifo e paura insieme, e non voleva per nulla sposarlo; ma non diceva il perchè.