Pagina:Capuana - Il raccontafiabe.djvu/177


bambolina 171


sapeva i nomi, di questi qui non ne aveva idea, e stupiva che ce ne potessero essere un sì gran numero.

Scendi, scendi, scendi, finalmente ecco un bosco di piante strane che parevano vive e si movevano, e grotte in fila, tutte ornate di fiori che si aprivano e si chiudevano, e sembrava nuotassero anch’essi.

— La donna‐pesce abita lì.

— Grazie, buon pesce. Che posso darti in compenso?

— Mi basta il buon cuore. —

La povera donna picchia e chiama:

— Donna‐pesce! O donna‐pesce!

— Chi mi vuole? Chi sei?

— Sono la madre di Bambolina.

— Che sei venuta a fare?

— Apri, e te lo dirò. —

La donna‐pesce aprì l’uscio e la fece entrare.

La grotta era uno splendore, tutta di argento e d’oro e di perle e diamanti.

— Tua figlia sta bene qui; lasciala stare. Senti? Fa il chiasso col Reuccio nella grotta accanto.

— Fammela almeno vedere.

— Non posso, non posso.