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166 | il raccontafiabe |
— Che cosa vuoi da me?
— Se mi ridai Bambolina, ti restituisco il tuo oro con qualcosa per giunta, quel che tu vorrai.
— Portami in cambio il Reuccio e la cosa è fatta. —
Il pescatore si tastò il collo, gli pareva di averci attorno la corda del boia che doveva strozzarlo. Quel cambio col Reuccio era impossibile. Pure si risolse di tentare.
Ogni mattina andava davanti al palazzo reale: se il Reuccio fosse uscito fuori solo a fare chiasso con gli altri bambini, egli con belle paroline l’avrebbe attirato in riva al mare e l’avrebbe dato alla donna‐pesce in ricambio di Bambolina.
I giorni passavano e il Reuccio non si vedeva; o se usciva fuori, c’era sempre qualche servitore che gli faceva la guardia. Un giorno finalmente si diè il caso che uscisse solo.
— Reuccio, Reuccio, il mare è tranquillo e ci sono tanti bei pesci.
— Conducimi. I pesci di chi sono?
— Sono vostri, se li volete. Venitemi dietro, per non farvi scorgere. —
E lo menò su lo scoglio.