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154 | il raccontafiabe |
— E voi chi siete?
— Sono una Fata. —
Il Reuccio si rincorò:
— Fata, buona Fata, suggeritemi voi che debbo fare.
— Raccogli questi arnesi e va’ nella città dov’è il Re tuo fratello. Prenderai a pigione una botteguccia, e lavorerai di falegname. La colla e i chiodi devono comprarli gli avventori. I chiodi che avanzeranno, li renderai; la colla, no; mettila da parte. Sarà buona da mangiare; vedrai. —
E gli spiegò tutto quel che doveva accadere.
Il Reuccio raccolse gli arnesi:
— I miei figli ora si chiamano: Piallina, Scalpellino, Tanaglina, Martellino, Seghina e Succhiellino! —
Piangeva e rideva consolato.
— E il cadavere di tua moglie? Lo lasci così, in preda alle bestie feroci e agli uccelli di rapina?
— È giusto! Poveretta, Orco il padre, Orca lei: non ci aveva colpa.
Le tolse dal dito l’anello, scavò una fossa e la seppellì.
— Che nome prenderò, buona Fata?
— Il nome te lo appiccicherà la gente; ti