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146 | il raccontafiabe |
— Lì dentro c’è il tesoro. Ma non vi si entra; bisogna avere in mano l’anello, per non esser mangiato vivo da questi mostri. —
S’intese il grido dell’Orco che ritornava dalla caccia:
— Uhii! Uhii!
— Lesto, nella vostra grotta, e non fiatate fino a sera; se no, mio padre fa due bocconi di voi. —
Il Reuccio ebbe appena il tempo di nascondersi, che l’Orco picchiava alla porta:
— Apri, apri, figliuola! Il babbo ti porta roba buona. —
Il Reuccio di là sentiva urli e pianti, e ganasce che maciullavano; e poi soltanto quel maciullare di ganasce.
La figlia diceva al padre:
— Siete stanco; andate a letto. —
L’Orco si spogliava:
— Grattami la testa, figliuola.
— Ora gli leva l’anello — pensò il Reuccio.
Infatti, la sera dopo, appena l’Orco fu andato via per la caccia, la ragazza chiamò:
— Reuccio, Reuccio, ecco l’anello! Mio padre, poverino, ora si sperderà in mezzo al bosco. Per amor vostro, io l’ho tradito. —
Andarono nella stanza del tesoro, presero