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144 | il raccontafiabe |
non gli grattava la testa. Con una mano ella grattava, e con l’altra tentava di cavargli l’anello dal dito.
— Che tenti, figliolaccia? — urlò l’Orco mezz’addormentato.
La figlia, impaurita, ritirò la mano e lasciò stare.
Verso sera, l’Orco si preparava a uscire per la sua caccia.
— Uh! Uh! Che odore di carne cristiana! Uh! Uh! —
Fiutava attorno, sgranando gli occhi, con l’acquolina in bocca.
— È la fantasia che ve lo fa sentire. Buona andata e buon ritorno; non venite prima di giorno. —
L’Orco, brontolando, tirò la porta dietro a sè.
— Uhii! Uhii! —
Si sentiva da lontano un miglio.
La figlia dell’Orco chiamò fuori il Reuccio.
— Ho tentato di cavargli l’anello; non mi è riuscito. Ritenterò domani.
— Fatemi vedere tutta la casa, intanto che vostro padre non c’è.
— Giuratemi prima che voi mi sposerete, se andremo insieme via di qui.
— Ve lo giuro. —