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140 | il raccontafiabe |
Il povero padre ne fece un gran pianto. Dal dolore si ammalò, e dopo pochi giorni morì.
Il Reuccio, sotto le erbe e i rami, rinvenne; e cominciò a lamentarsi, a chiamare soccorso:
— Aiuto, buoni cristiani, aiuto! —
Era già buio. Udendo rumore lì accosto, il poverino gridò più forte che poté:
— Aiuto, buoni cristiani, aiuto! —
Sentì frugare tra l’erbe e i rami; poi, due manacce con tanto di ugne lo ghermiscono, lo levano di peso quasi fosse un fuscellino, e una lingua ruvida come una raspa gli lecca il sangue addosso:
— Oh che buon sapore! Oh che buon sapore! —
Il Reuccio, a quel vocione cupo cupo, rabbrividì:
— Povero a me! Son capitato alle mani dell’Orco! —
L’Orco, era proprio lui! se lo mise sotto braccio come un fardelletto, e si avviò per tornare alla sua grotta. Di tratto in tratto, si fermava, leccava il sangue delle ferite:
— Oh che buon sapore! Oh che buon sapore!