Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
mastro acconcia-e-guasta | 135 |
— Come piace a Vostra Maestà. —
Gli anni passavano. Il Re era contento che il matrimonio della Reginotta con Succhiello andasse per le lunghe, e si divertiva a canzonare mastro Acconcia‐e‐guasta:
— Questo è latte che non rappiglia! E voi che fate, mastro Acconcia‐e‐guasta? Ora non avete più arresi e vi rimane soltanto il succhiello.
— Racconto fiabe a Succhiellino. Ieri glien’ho raccontata una bella assai. Volete sentirla, Maestà?
— Sentiamola, mastro Acconcia‐e‐guasta!
— C’era una volta un Re che aveva due figliuoli, uno buono e l’altro cattivo. Quello buono era il Reuccio e alla morte del padre doveva essere Re. La cosa non garbava al fratello cattivo. —
Il Re si turbò, e lo interruppe:
— La vostra fiaba non mi piace.
— State a sentire, Maestà: il bello comincia qui. Dunque, al cattivo non garbava e pensò di disfarsi del fratello buono, per diventare Re lui alla morte del padre. Disse al fratello: — Andiamo a caccia. — E andarono. Quando furono in un bosco, lontani dalle