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schizzò da una parte e la trottolina, spaccata in due pezzi, dall’altra.

— Ecco come sposerai Trottolina!

Il Reuccio stette zitto e andò a chiudersi in camera sua. Non voleva più uscirne. Quand’era solo piangeva:

— Ah, Trottolina mia! Non puoi dirmi più: Buon giorno, Reuccio! Buona sera Reuccio!

Si ammalò. Aveva una febbre lenta, dimagrava dimagrava; e i medici non sapevano dire che male fosse.

Il Re e la Regina erano disperati: si vedevano morire lentamente il Reuccio sotto gli occhi, senza potergli dare nessuno aiuto.

Uno dei medici domandò:

— Ha avuto qualche grave dispiacere il Reuccio?

— No. —

Il Re e la Regina non potevano mica immaginare che il Reuccio morisse di languore per Trottolina.

Ma il dottore insistette:

— Reuccio, vi hanno dato qualche gran dispiacere?

— Mi hanno rotto Trottolina. —

Allora il Re mandò a chiamare il tornitore e il fabbro ferraio: