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fata fiore | 95 |
tano. Anzi, una notte, fattosi animo, osò domandare:
— In nome del Signore, chi sei?... Sei tu la mia nonnina? —
Passato un mese, il fiore era sempre così vegeto e così fresco nel vasetto, dov’ella rimutava l’acqua due volte al giorno, da potersi credere spiccato allora allora dalla pianta.
La zoppina n’era meravigliata, e cominciò a sospettare che esso fosse incantato, e che fosse sua quella voce da lei udita ogni notte.
Perciò la notte appresso, appena sentì dire:
— Ci penserò io — subito gli domandò:
— In nome del Signore, tu chi sei? —
Ma non ebbe risposta.
La mattina si sveglia, cerca tastoni la veste, e al tatto si accorge che la stoffa era un’altra. Apre gli scuretti della finestra, e che vede? Su la seggiola a piè del letto, vede steso un vestito nuovo, così bello, così ricco, ch’ella rimase un pezzetto a guardarlo a bocca aperta, senza osare neppur di toccarlo.
Indossò un vestito smesso, con le maniche sdrucite ai gomiti, e quello lo nascose nell’armadio per via della sorella.
Il giorno dipoi si sveglia, cerca tastoni la veste, e al tatto si accorge che la stoffa era un’al-