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— Sarebbe — s’interruppe — per legarci meglio, intendi?... Per cominciare, insomma...

— Già! Già!

— Se tu mi dessi un po’ di mano...

— Già! Già!

Era stata a sentirlo fino all’ultimo, guardandolo negli occhi approvando col capo, per non insospettirlo, intanto che le mani le prudevano e la lingua le si dimenava fra i denti attossicata.

— Va bene così? — conchiuse il Mochi.

Marietta lo squadrò da capo a piedi, con gli occhi che le schizzavano fuori...

— Si netti la bocca! — rispose, facendo anche il gesto.

E scappò via.

— Ho detto per chiasso! — balbettò il cavaliere che non se l’aspettava — Ho detto per chiasso, sai?...

— Si netti la bocca! — gli ripetè Marietta di cima al pianerottolo del secondo piano. — Ah, se non parlo subito, scoppio!

Ma da Giacinta c’erano la Elisa e la Gina venute per osservare alcuni merletti antichi che questa voleva imitare; e tutte e tre, chine attorno al modello, studiavano e discutendo i punti, non si accorsero di Marietta che aveva aperto e rinchiuso l’uscio.

Così essa stette fino a tardi, come sulle spine:

— Quelle due civettuole non andavano più via!

Poi sopravvenne la signora Majocchi per riprendere la figlia e la Gina.

— Non la finiva più nemmen lei!

E, appena chiuso l’uscio di casa dietro le spalle di quelle signore, Marietta piombò in camera di Giacinta.

— Ah, scoppio!... Senta, senta qua, signorina!