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giola, sfinita dallo sforzo fatto e quasi sgomenta della piena coscienza di sè stessa acquistata in quel punto.
X.
No, ella non aveva dei romanzi pel capo.
Tutti quegli imbecilli che le stavano attorno la infastidivano, quando non la irritavano addirittura. Viveva in un continuo sospetto: scopriva dei maligni sottintesi fin nelle parole più schiette: e si tormentava.
Il giovane Porati, ch’era stato il primo a farle una aperta dichiarazione di amore, una sera per commoverla le aveva detto:
— Ah!... Lei mi farà ammattire!
E Giacinta, tagliando corto:
— Ci vuol così poco!
Poi era venuta la volta del Gessi.
— Per lei, signorina, per lei sarei capace di... di...
Non trovava la parola, diventato rosso in viso come un gambero.
— Sia capace di star zitto! — aveva conchiuso Giacinta con una risata che fece arrossire di più quel povero ragazzo impicciato.
Dopo, le si era messo attorno, assiduo, il Ratti che pure la divertiva con le sue fandonie e con quel gesticolare irrequieto.
— Creda, signorina — le tornava a ripetere — nessuno al mondo le vuol più bene di me, nessuno!
— Allora sono da compiangere — era stata la risposta di Giacinta.