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la signora Teresa le mostre delle stoffe...

— Questa qui... Ti piace?

A Giacinta non piacque, perchè scelta da lui. Preferiva quell’altra di colore verde cupo, più signorile.

— Ma di sera si confonde col nero — disse la signora Teresa: — E non è da ragazza.

— La signora dice bene — aggiunse la sarta.

Giacinta lasciò che scegliesse sua madre; e appena la sarta ebbe finito di prender le misure — Era cresciuta la signorina, dopo quella malattia! — si affrettò a tornare in camera. Quel pranzo e quel ballo la irritavano. E si ridomandava:

— Proprio?... Mochi ne saprà qualcosa!

Il Mochi infatti non aspettò d’essere interrogato.

— Avremo dunque un ballo? Che diplomatica quella Teresa.

A quel sarcastico sorriso, Giacinta si sentì agghiacciare.

— Perchè? — domandò.

— Pranzo, alle quattro... Alle otto, riunione degli azionisti della Banca agricola per l’approvazione dei conti; tra un pranzo e un ballo, si fa presto... Alle dieci, il ballo... Gli azionisti non debbono far altro che montar poche scale... La trovata non è cattiva!... Tua madre diventa una diplomatica di prima forza: non lo avrei mai creduto!... Giacinta era impallidita dalla indignazione.

— Oh, no! Non sarebbe comparsa in quel ballo! Assolutamente.

Si aspettava da un momento all’altro di dover fare una scena colla sua mamma.

— Ne avrò il coraggio!... Mi ribellerò!...

E la mattina che la sarta venne a provarle il vestito, gridò a Marietta: