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giardino di cui le pareva di poter contare ancora sulle piante rampichine, i viticci spenzolanti e le foglie ad una ad una?

Ma l’assaliva lo sgomento:

— Ah!... La sua mamma non le voleva bene!

Pensando a questo, subito le si gonfiavano gli occhi di lagrime.

— Perchè non le voleva bene? Perchè?

E dal dispetto, sentiva seccarsi il pianto.

— Sarebbe arrivata a odiar la mamma?

E tremava.

V.

La prima cosa che le diè nell’occhio, al ritorno in famiglia, fu la grande insegna nera con su Banca agricola provinciale, attaccata al terrazzino di mezzo del primo piano, i cui grossi caratteri dorati brillavano sulla facciata chiara, rintonacata di fresco.

Vedendo quell’omaccione dalla livrea turchina filettata di rosso, che, cavandosi il berretto gallonato, prendeva gli ordini del signor Marulli pel bagaglio, Giacinta domandò al babbo:

— Chi è costui?

— Il portinaio della Banca.

La vecchia scala di travertino, con le pareti di stucco bianco e lo zoccolo scuro di finto marmo, con le belle vetrate dai vetri puliti ad ogni pianerottolo, non era più riconoscibile.

— Gran novità, babbo!

— Sì; vedrai anche dentro.