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— Zitta!... Per la Madonna! O non più chiasso, nè nulla!

Ma un giorno Camilla, spolmonatasi invano a chiamar: Beppe! Beppe! dalla finestra di cucina, discese, arrancando con la gamba storta, in giardino:

— Dove s’era ficcato quell’animale?

Beppe e la bambina uscivano in quel punto dalla galleria, e la bambina piangeva e si asciugava gli occhi col grembiule.

— Finiscila! — brontolò Beppe, scuotendola brutalmente pel braccio.

La bambina, vista la Camilla, diede in un nuovo scoppio di pianto.

— Che cosa è stato?

— Nulla! — rispose Beppe, con le ciglia aggrottate, coi pugni stretti.

Camilla asciugava il viso alla bambina, tempestandola di domande:

— Che cosa è stato?... Smetti di piangere!... Non si capisce niente... Che ti ha fatto quel forca?

— Non dir... nulla... alla maamma! — balbettava la bambina, tra i singhiozzi... — Non dir... nulla... alla maa...mma!

— Sì, sì, non le dirò nulla!...

— Mi ha fatto male... qui...

— Ah! maiale! — urlò Camilla, sputando dietro a Beppe che fuggiva.

— Non dir nulla... alla mamma! — ripeteva la bambina, strascicata per le scale come un fagotto, riluttante.

— La mamma!... La mamma!... Accidenti! — digrignava Camilla.