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II.
Verso le undici erano rimasti nel salotto soltanto il commendatore Savani, il capitano Ranzelli e Andrea Gerace.
La signora Marulli, stretta la mano alla signora Villa che andava via facendosi accompagnare dal Merli e dal Porati, si era avvicinata al Ranzelli già sul punto di prendere commiato.
— Capitano, — gli disse — questa sera avete un’aria... una cert’aria!... Non saprei...
E intanto lo guardava negli occhi, come per strappargli un segreto.
— Può darsi — rispose Ranzelli — che questa sera sia una delle poche veramente felici della mia vita.
— Per parlare così — aggiunse Giacinta, fermata più in là col Savani — aspetti che sia passata da un pezzo!
Ranzelli s’inchinò, muto, sopra pensiero, intanto che la signora Marulli lanciava un’occhiataccia alla figlia.
— Testolina! — disse a questa il commendatore, tentando di accarezzarle i capelli.
Ma ella si trasse indietro, e alzò anche il ventaglino per sviargli la mano.
Appena il capitano fu andato via, Giacinta fece un piccolo giro attorno, con aria di annoiata; poi, sedutasi al pianoforte, cominciò a suonare a mezzo tono una melodia del Ballo in Maschera. Andrea la raggiunse come per voltarle i fogli, mentre il com-