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scellino sembra un trave... Geloso? Ma non lo ripetere!... Vuoi che il dottore non venga più qui? Sarà fatto subito... No?... Che vorresti dunque? Son pronta a tutto... Ah!... Un’idea. Se tu venissi ad abitare il quartierino del secondo piano?
— Ti pare? La mia condizione è abbastanza difficile. La gente...
— La gente? — lo interruppe Giacinta. — Ne ho mai tenuto conto?
— No, no, sarebbe un capriccio soverchio...
E intanto che svincolatosi da lei si lasciava cadere sul canapè accosto, Giacinta con un rapido movimento gli si sedeva sulle ginocchia, avvolgendogli di nuovo le braccia al collo:
— Mi vuoi bene?
— Sì.
— Mi vorrai sempre bene, sempre?
— Sempre!
— Oh, se un’altra Adelina, venisse a legarci ancora più forte!
— Ma!...
— Come ti voglio bene!
Andrea, vinto, la faceva saltare leggermente sulle ginocchia baciandole e ribaciandole una mano.
VIII.
— Oh, ecco Gerace! — esclamò il Ratti, che s’accorse il primo dell’entrata di lui.
In quella stanzetta sul mezzanino del Caffè della Pantera, col pretesto di bere fra amici un bicchiere di Chianti o di vino marchigiano, si faceva quasi ogni sera un giochetto d’azzardo, da vincervi o perdervi belle centinaia di lire.