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passo mal fermo, facendo scoppiettare le labbra, come se già masticasse qualcosa.

— Qui — gli disse, Andrea, cedendogli il suo posto.

Marietta era mortificata:

— Quello scimunito di Battista!

E voleva scusarsi, per la sua parte, parlando alla padrona sotto voce, guardando il conte che s’era messo subito a mangiare nello stesso piatto di Andrea.

— Ho capito, non importa — rispose Giacinta.

Il conte, dando un’occhiata ora a lei ora ad Andrea, faceva dei bocconi grossi e masticava in fretta:

— Non mi aspettavate, è vero? Non mi aspettavate!

— Ti si sapeva a letto — risposero ad una volta Giacinta e Andrea.

Stavano a vederlo mangiare, muti, un po’ imbarazzati, sebbene Andrea non fosse tanto dolente dell’inattesa apparizione:

— Era un diversivo.

— Giulio, no; il dottore non vuole — disse Giacinta, fermando il braccio al conte, che voleva versarsi del vino.

— Ah! Ah! Il dottore!... Ah! Ah!

Egli rideva e parlava, con la bocca piena, tentando di svincolare la mano, dando da bere alla tovaglia:

— Il dottore non è qui... Un gocciolino solo!

— No, no; lo sai bene, il dottore non vuole! — ripetè Andrea, levandogli la bottiglia di mano.

Il conte seguì con gli occhi desolati Marietta che la portava via; poi, subitamente rassegnatosi, riprese a mangiare, ingollando i bocconi appena masti-