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se la lasciò cascar di mano, quasi avesse potuto inavvertitamente avvelenarsi.

— Sciocca! Che pericolo c’è?

Ripresa la boccettina, accostatasi alla finestra, osservò in pieno sole, con viva curiosità, quel pezzettino di roba scura simile a un chicco di canapuccia.

— La morte! Pare impossibile!

E pensava a quell’indiano che, toltisi di spalla l’arco, le frecce e la scatola di bambù, s’era sdraiato sull’erba per morire. Le pareva di vederlo, sotto gli alberi della foresta, con tanta evidenza come lo aveva descritto, il Follini.

— La morte! Una morte rapida, sicura, dolce come il sonno!... Ma che me n’importa? Oh, la vita è troppo bella; io l’assaporo appena. È fin bella anche quando è trista.

Ma intanto voltava e rivoltava la boccettina contro il sole, intenta, affascinata dal chicco nerastro che poteva dare una morte dolce al pari del sonno.