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rapidità, due grandi strumenti di efficacia. Fui dunque coraggiosamente spietato... Ma perchè vi confesso questa miserie? Oh, non per trarne vanto, Amica mia; ma per scusarmene presso coloro che me n’hanno fatto carico, come se il rispetto dell’arte, del pubblico, della dignità dello scrittore fossero peccati da doverne chiedere l’assoluzione e farne penitenza.

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Questo e qualcos’altro, che qui mi è parso opportuno sopprimere, vi dico, o gentile Neera, ne la schietta Confessione che voi mi avete cortesemente accordato il permesso d’indirizzarvi in pubblico. Un lungo brano di essa premisi due anni fa al mio volume Homo ristampato dal Treves; e un giorno o l’altro, in qualcuno di quei momenti di vanità che tutti, più o meno, siamo soggetti a sentire, mi deciderò a pubblicarla intera.

A Voi, intanto, non dispiacerà di vedervi tornare dinanzi questa mia povera figliola, a cui voglio bene per diverse ragioni; principalmente perchè a sue spese ho appreso molte buone cose, dello quali s’accorgerebbe chi avesse la pazienza di fare dei confronti tra la presente e le precedenti edizioni.

E questo vi dimostri che forse soltanto noi, benchè innanzi con gli anni e con tanta trista esperienza della vita, soltanto noi, in mezzo alla nuova generazione precocemente nauseata d’ideali, serbiamo ancora fede, a dispetto di tutto, alla infeconda illusione che è l’arte letteraria in Italia!

Roma, 24 Giugno 1889.

Luigi Capuana.