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la lebbra dei francesismi, se la maggior parte delle nostre letture doveva essere francese? Doveva senza dubbio; perchè era inutile confondersi e cercare attorno qualcosa di vivo, di moderno e italiano che facesse al caso nostro e potesse venir preso a modello.
Lo sappiamo, c’erano i classici! Ma noi non dovevamo più scrivere la novella boccaccesca o qualcosa di simile; non avevano soltanto bisogno di esprimere idee semplici, astratte, ma sensazioni, ma idee nuove, complicatissime, da esigere sfumature d’ogni sorta. Non dovevamo dipingere paesaggi di maniera e riprodurre dialoghi scoloriti, ma rendere un mondo esteriore e interiore molto particolare, molto individuale, come prima non usava. Avevamo il bell’esempio del Manzoni; ebbene, più non era sufficiente. Ci mancava la sua guida, il suo aiuto lì dove sarebbero stati più opportuni: nel movimento nervoso dello stile, vivido riflesso della passione, nel colorito, negli scorci. Quelli che tenevano in mano per favore di nascita i tesori della lingua, non producevano nulla; si può affermare, senza malignità, che producono poco tuttavia. Ci abbandonavano il campo, ci lasciavano far male; e noi ci davamo una gran pena anche per fare quel po’ di male. Veramente non c’è nessuna equità in questo mondo, se non ci si vuol tener conto di questo. Pur troppo, dopo dieci anni, nulla è stato mutato; qualcosa è forse peggiorato. Quella che una volta poteva dirsi inevitabile inesperienza, pare diventata colpevole abitudine. Se noi scrivevamo male, coloro che son venuti dopo non hanno punto lavorato a riparare il difetto; non ci han saputo imitare neppure nella modestia, nello studio di scancellare, alla meglio, il cattivo esempio dato agli altri. Non dico che dieci anni mi paiano molti e che sia da disperare: lamento soltanto che nulla accenni a questo risveglio, che nulla corrisponda, nella cura della lingua e dello stile, ai progressi già fatti dal genere narrativo in Italia.
Avevo imparato a mie spese quanto può nuocere a un’opera d’arte l’improprietà dei vocaboli, la poca precisione della frase, e mi s’era maggiormente sviluppato l’amore, la passione della semplicità e della