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dal Gola? Il Negri ne ha dei magnifici, arrivati di fresco da Parigi, ma così salati!... E la contessa?
— Grazie, sta bene, — rispose la Marulli.
— O siedi, un momentino!...
E la signora Villa la forzava, afferrandola pel braccio:
— ...Capiti a proposito
— Parlavate di me?
— Sono d’intesa — pensò la Marulli, vedendole così facilmente dimenticare la sua fretta.
— Dicevo, come tu sai... — incominciò la signora Villa.
— Ah!... — fece la Maiocchi, con aria compunta — Un’infamia!
— Un’infamia! Bel modo, eh? Di ricambiare le cortesie ricevute! Ma io l’ho sempre detto: quel Gerace non mi va!
— Si tratta di Gerace? — domandò la signora Teresa, un po’ intrigata.
— E... della contessa.
La Villa avevale rapidamente soffiato quel titolo nell’orecchio; e tentennando il capo, con le labbra strette, la fissava in viso.
— Una vanteria di lui, — soggiunse la Maiocchi. — Gentaccia quei napolitani! Gentaccia senza scrupoli, sballoni di prima forza. Non gli ho potuti mai soffrire.
La Marulli taceva continuando a sorridere e a guardare ora l’una ora l’altra.
— Non ci credi? — disse la signora Villa.
— Oh, non si parla d’altro, mia cara!
La Maiocchi alzava le pupille al soffitto, era invasata d’orrore.
— Sì, sì, credo tutto; crederei anche peggio, — rispondeva la signora Marulli tranquillamente. —
CAPUANA - Giacinta, | 10 |