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Il commendatore la guardò fisso, incredulo. Ma quella alzò fieramente la testa, mostrandosi offesa dal sospetto:
— Domandatene al Porati. Ho fatto un’operazione con lui. Volevo anzi consultarvi. Ma in questi giorni siete stato così occupato!...
Savani sentì mancarsi il terreno sotto i piedi.
— Non le avreste perdute! — mormorò, lasciandosi cadere sopra una poltrona.
La signora Teresa si guardava le punte delle dita, impassibile:
— Ha buttato il suo nell’abisso? — pensava. — Una ragione di più per non buttarvi anche il mio.
— E così? — domandò Savani, affannosamente, al Gerace comparso sull’uscio.
— Si è chiuso pagando.
Il commendatore, levatosi in piedi, diè una occhiata di rimprovero alla Marulli, e uscì come un lampo dal salotto.
— Il pericolo è dunque scongiurato? — domandò la signora Teresa.
— Tutt’altro — rispose Andrea. — Domani è domenica. Un giorno, in questi casi, è un enorme guadagno. Ma, che amministrazione! Un vero caos. Temo che il marcio sia troppo.
— Ah! — ella esclamò dandosi ragione.
Giacinta e Andrea s’erano scambiata una stretta di mano.
— Ha chiesto del denaro anche a te? — domandò la Marulli alla figlia.
— Povero commendatore! Mi fa pietà. Se non avessi comprata la palazzina...
— Ma è il fallimento! — le diè sulla voce la madre.
Entrava dalla finestra il confuso rumore della folla che cominciava a disperdersi.