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54 luigi capuana

per qualche tempo ai cibi di fuori; lo aveva sentito dire da parecchi recidivi che lo avevano sperimentato.

All’ultimo cominciò a divagare, tra un sorso e l’altro di caffè, aspirando deliziosamente una sigaretta.

— Avvocato, ricorda il dramma del Calderon «La vida es sueño»? Niente di più vero. Sogno futile, insipido spesso; bello, soave talvolta; atroce e terribile, più incubo che sogno... ordinariamente.

— No, no! Protesto! — rispose l’avvocato!

— Dora, dillo tu: che sogno è la vita?

— Non è sogno, pur troppo! — gli rispose sua moglie.

— Lei, mamma, dirà che è una novella, una fiaba non sempre degna di essere trascritta, è vero?

La signora Marozzi si rivolse al commendatore Loveni:

— Il miglior giudice è lei.

— Discutere è dubitare. La vita, cara signora, per un vecchio come me, è quasi un ricordo e un rimpianto.

Gabriele accesa un’altra sigaretta e, sorbito l’ultimo sorso di caffè, stiè un momento ritto su la